L’impoverimento dello spirito nuoce gravemente alla salute

30.04.2021
L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo.
L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo.

Premessa: l'articolo è stato scritto prima dell'approvazione del Decreto "Riaperture", e questo non fa che renderci un po' più felici.

A fine Ottobre del 2020 è successo di nuovo: teatri chiusi, concerti annullati.

Era incredibile che a quasi un anno dall'inizio della pandemia si sarebbe tornati indietro, anche stavolta a discapito di molti già messi a dura prova, se non peggio vista l'introduzione del coprifuoco.

Senza ripetere quello che già abbiamo imparato a mente, in quel momento Riccardo Muti, uno dei direttori d'orchestra più importanti del paese, fece pubblicare una lettera aperta rivolta al allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In questa lettera è possibile scorgere l'incredulità e lo sconforto di un professionista dello spettacolo che in poche righe è riuscito a giustificare e valorizzare in maniera inconfutabile l'importanza della Cultura nelle nostre vite in quanto, prima di tutto, esseri umani:

"Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L'impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo. Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come «superflua» l'attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità."

Non poteva spiegarsi meglio di così.

A distanza di ben sei mesi, intrisi di zone camaleontiche e coprifuochi paranoici, arriva la notizia che verrà riaperto, al 25% della capienza massima, l'Olimpico di Roma in occasione degli Europei 2021, nonostante l'attuale Ministro della Cultura Dario Franceschini abbia chiarito che ci sarà una par condicio rispetto ai luoghi dello spettacolo rassicurando, con dettagliati protocolli di sicurezza, le riaperture di musei e teatri in zona gialla: come se la zona gialla fosse il massimo della rassicurazione che abbiamo in questo periodo.

Ripensando all'ultimo anno è agghiacciante, ma affascinante allo stesso tempo, notare quanto il Calcio possa essere un culto per la nostra nazione.

La Serie A è ripartita nel momento in cui la maggior parte degli italiani se ne stava a casa e guardare la televisione era una delle poche soluzioni per trascorrere le giornate. È stata un'ottima strategia di marketing. L'Industria Culturale non fa altro che trasmettere Calcio e lo schermo nero si dipinge di ogni sua sfumatura: dalle pubblicità con i calciatori come testimonial alle effettive partite trasmesse sulle reti più guardate d'Italia.

È stata anche un'ottima strategia di distrazione: mentre si guarda la partita avviene un estraniamento dalla realtà, un senso di sollievo e rilassamento che per un momento distoglie l'attenzione dalla situazione tragica che stiamo vivendo. È una sorta di falsa speranza, o meglio, una droga: svanisce tutto ciò che accade intorno a te al punto da sembrare racchiusi in un angolo di paradiso. Questo lo si può notare anche nella scaletta che segue un telegiornale : prima le brutte notizie, a partire dai decessi e morti tragiche, fino ad arrivare alle soft news, quelle più leggere che ti fanno dimenticare ciò che è stato appena detto, come lo sport, che per tanti equivale ad un respiro di sollievo.

Questo non significa denunciare i disperati tentativi dei mezzi di comunicazione mainstream per sollevare i morali, ma d'altra parte siamo sicuri che lo stiano facendo nel modo giusto? Allo stesso modo si potrebbe distrarre il popolo con altri tipi di manifestazioni culturali, come quelle a carattere musicale, artistico e simili, l'effetto sarebbe lo stesso ma almeno ci sarebbe più diversificazione, quindi più scelta, e chi lavora in questi ambiti non finirebbe sul lastrico.

Marx sosteneva che la religione fosse l'oppio dei popoli, nata come tentativo di trovare una felicità illusoria e una speranza dalle ingiustizie del mondo, in sostanza come riparo dal mondo crudele: l'uomo infatti ricorrerebbe alla religione perché insoddisfatto della vita materiale e troverebbe, in questa, una soluzione provvisoria per tollerare la sua situazione. Adattando questo pensiero ai giorni nostri si può constatare come il popolo riscontri nel calcio, ma più in generale nello sport, la stessa sensazione di evasione dalla realtà e di falsa speranza che Marx attribuiva alla religione.

Dunque lo sport è, oggi, l'oppio dei popoli; ovviamente non si può ridurre solo a questo: tutti sappiamo le belle azioni che ha realizzato il mistico strumento di riparo dalla malvagità. Forse, però, capita troppo spesso di sentire due signori discutere sull'ultimo calciatore comprato da un'altra squadra piuttosto che riflettere sul fatto che non si vada al cinema da mesi, se non anni.

Sta di fatto che questa situazione è ridicola: "Si dibatte su protocolli stringenti sui quali dovrebbe esprimersi il CTS, per consentire quest'estate eventi musicali con mille o poco più persone all'aperto, e nello stesso momento si approva un piano per l'accesso di oltre 16 mila persone all'Olimpico in occasione degli Europei di calcio?", afferma Enzo Mazza, ceo di FIMI- Federazione dell'Industria Musicale Italiana.

Poi inutile ribadire che è triste: "Tale decisione non tiene in considerazione i sacrifici, le sofferenze e le responsabilità di fronte alla società civile di migliaia di Artisti e Lavoratori di tutti i vari settori dello spettacolo, che certamente oggi si sentono offesi nella loro dignità professionale e pieni di apprensione per il futuro della loro vita." scriveva Muti solo sei mesi fa.

Anzi, se volgiamo dirla tutta, non è stata presa in considerazione nemmeno l'indagine condotta dall'AGIS - Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, la quale ha dimostrato che: "Su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti, con una media di 130 presenze per ciascun evento, nel periodo che va dal 15 giugno (giorno della riapertura dopo il lockdown) ad inizio ottobre, si registra un solo caso di contagio da Covid-19 sulla base delle segnalazioni pervenute dalle ASL territoriali. Una percentuale, questa, pari allo zero e assolutamente irrilevante, che testimonia quanto i luoghi che continuano ad ospitare lo spettacolo siano assolutamente sicuri."

Menomale che "La Repubblica promuove lo sviluppo (del Calcio e) della cultura [...]." - Art. 9, comma 1, Costituzione Italiana, nonché uno dei 12 Principi Fondamentali.

Menomale.

Nel frattempo ci sono i Bauli in Piazza, mentre in altri paesi si stanno già svolgendo i primi esperimenti per accelerare il riavvio dei concerti e delle attività culturali.

                                                                                                                              di Aldo Dushi ed Erika Arno

Puntaccapo - Bologna  (BO)
Tutti i diritti riservati 2021
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia